I pescatori

Foto storiche di vita in barca: le reti piene di pesce, le barche in partenza o al rientro, racconti silenziosi di gente di mare.

 

LA PESCA MODALITA’ E STRUMENTI

 Si possono  individuare due macro settori della pesca: la pesca dalla costa e la pesca a strascico in mare aperto. La prima si esercita con reti a sollevamento ( quadri), con reti da posta o reti d’imbrocco, con nasse, cogolli o cestini e con la sciabica, cioè una rete a circuizione calata ed issata dalla battigia con l’aiuto di una barca per la cattura del pesce di riva. I quadri o trabucchi consistono in grossi quadrati di rete (di circ.: 30-40 mq) che vengono calati ed issati in verticale a mezzo di un argano da postazioni fisse situate sui moli del porto verso il mare aperto. Questo tipo di pesca consente la cattura del pesce che si avvicina a riva soprattutto in occasione della riproduzione (quindi nei mesi caldi), ma non è mai stata una pesca economicamente rilevante se non in rare occasioni . Le reti da posta o d’imbrocco sono invece reti verticali di altezza variabile dal metro ai tre metri, con un bordo piombato e un bordo galleggiante che permette alla rete di posizionarsi in verticale dal fondo per una lunghezza anche di qualche chilometro. A secondo della grandezza delle maglie, si possono catturare diversi pesci da fondo (sogliole, cannocchie. mazzole, seppie). Queste reti vengono calate in prossimità della costa al tramonto ed issate all’alba. Le nasse e i cestini sono gabbie (di legno o ferro )che permettono l’entrata delle seppie, (le nasse e cogolli) o delle lumachine (i cestini) attirate da apposite esche, ma non l’uscita. La pesca a strascico viene esercitata unicamente dai pescherecci, che trascinano o una grossa rete conica tenuta aperta da divergenti per la pesca a mezza profondità (tartana volante) o rasentare il fondo (tartana), oppure reti tenute aperte da un pesante telaio in ferro per la pesca a dragaggio sul fondo (gabbie o sfogliare). Le tartane permettono la cattura di tutte le specie di pesce che non staziona sul fondo, mentre con le sfogliare si catturano le specie che abitualmente riposano nel fango o nella sabbia del fondo, come le sogliole, i rombi, qualche seppia. Agli inizi del secolo e fino agli anni’30, la pesca a strascico era esercitata con barche a vela e veniva perciò praticata intensamente nel periodo invernale, data la scarsità di vento e quindi di forza motrice tipica della stagione estiva. Le barche più grandi pescavano solitamente in coppia (paranza) trainando un'unica tartana che veniva di volta in volta issata su una delle due barche a forza di braccia servendosi unicamente di ingegnosi paranchi. Data l’assenza di forza motrice di natura meccanica, gli equipaggi dovevano essere numerosi e per le barche più grandi erano composti da 10-12 uomini.  

LA TRATTA

A cura di Giorgio Falcioni